Vanessa Cappella, Autore presso Vanessa Cappella - Pagina 5 di 7
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Ogni volta che vado al supermercato, lo trovo lì, seduto in silenzio vicino alle porte scorrevoli che si aprono e chiudono senza sosta, mentre le persone gli passano accanto, quasi senza vederlo. Indossa strati di abiti uno sopra l’altro, un vecchio cappello marrone, calzettoni di spugna usurati. Ha oltre cinquant’anni di età e il volto provato di chi, da tempo, vive da randagio: la strada, d’altronde, è la sua casa.

Buio in sala. Nella penombra del palcoscenico, due figure si muovono a passo di danza sulle note di una musica ipnotica. Una luce soffusa e calda illumina quei corpi che comunicano, si rincorrono e accolgono lo spettatore in una dimensione intima e privata. La dimensione del passato, del resoconto con se stessi, del ricordo che, dolente, persiste e resiste al tempo, alle vicissitudini, alle corazze interiori. E poi arriva lei.

Mi sono imbattuta in questa immagine, qualche giorno fa. Colpita dal contrasto tra i colori accesi trasmessi dallo schermo e il grigiore che li circonda, non riuscivo a credere che potesse essere vera. E così, sospettando si trattasse dell'ennesima bufala di internet, ho iniziato a cercare riscontri o smentite. In effetti qualche cosa che non quadrava l'ho trovato. La foto è stata scattata a Pechino, in piazza Tienanmen, e il grigiore che domina non è semplice nebbia: si tratta di polveri sottili, smog, inquinamento atmosferico a livelli oltre l'immaginabile.

Oggi ho voglia di parlarvi di un argomento che mi ha a lungo appassionata nel corso dei miei studi di letteratura e al quale ho dedicato anche la prima tesi di laurea: la crisi della poesia e del ruolo del poeta nella modernità.

All'alba del XX secolo, la stagione dei grandi letterati sembra essere finita e la poesia si avvicina sempre più ai margini: cosa possono cantare i poeti che già non sia stato cantato? Come possono rivendicare ancora un grande ruolo e una voce imponente se per primi si sentono piccoli, inutili e lamentosi?

In questi giorni sto leggendo "La fine è il mio inizio" (Longanesi, Milano, 2006), il libro-testamento (se così possiamo definirlo) di Tiziano Terzani. Pubblicato postumo nel 2006 a cura del figlio Folco, è il racconto di tutta una vita esplorata intensamente e senza remore.

Domani 10 agosto, alle ore 10:15, sarò ospite della trasmissione "Altre Storie", in onda su radio Rete Uno della Radiotelevisione Svizzera, per parlare di tessuti intelligenti. Sarà possibile ascoltare l'intervista cliccando su "Ascolta la radio".

Stay tuned ;)

Durante la mia ricerca di novità nel campo degli smart textiles, mi sono imbattuta in questo interessante video. Qui viene dimostrata infatti l'incredibile proprietà di autoripararsi di un tessuto siliconato, messo a punto dall'azienda tedesca Vaude. Il video è stato realizzato dalla Edinburgh Bicycle, che ha utilizzato questo tessuto intelligente per realizzare uno zaino davvero particolare. Guardare per credere.