L'inferno di Lesbo, un mese dopo l'incendio - Vanessa Cappella
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L’inferno di Lesbo, un mese dopo l’incendio

Immagina di essere lì. Immagina che quelle tende siano la tua casa. Immagina di non avere nessuna possibilità di scegliere un posto migliore, di dover aspettare decisioni prese dall’alto, che sono sempre puntualmente peggiori rispetto al passato.

Immagina di avere gli abiti intrisi di acqua, di sentire il freddo e l’umidità che ti penetrano nelle ossa, senza alcun termosifone caldo dove poterti asciugare. Immagina di non poter mantenere nessun distanziamento sociale, né avere nessuna mascherina che ti protegga dal Covid-19.

No, tranquillo, non sei tu. Ma potresti esserlo, perché questo sta accadendo in Europa.

Lesbo, 2020: questo è il primo temporale dopo gli incendi di Moria, avvenuti poco più di un mese fa. L’autunno è appena iniziato, l’inverno è lungo, le piogge saranno frequenti. Queste tende, questo campo allestito, non sono la soluzione: continuano a non rispettare la dignità di questi esseri umani, che vanno evacuati, subito!

È ora che la politica europea dia a questo dramma risposte efficaci e immediate, ma so altrettanto bene che questo non succederà, sicuramente non nel breve termine. Ecco perché bisogna tenere i riflettori accesi, far sentire la propria voce, continuare a far conoscere, condividere quello che accade. È l’unico vero modo che abbiamo per fare la nostra parte.

Io lo faccio, perché tutto questo accade non a mio nome.

#NoMoreMoria #NotInMyName

Guarda il video, cliccando sull’immagine: